Il medico deve sapere osservare le relazioni fra l'uomo e il mondo esterno, fra abitudini di vita e malattia. Solo dopo aver colto tutti questi elementi egli potrà risolvere il problema terapeutico, secondo la regione, il clima e l'individuo.
(Nei Jing Su Wen)

Rando Diana - Dietista e Naturopata - Verona
rando.diana@libero.it

lunedì 24 novembre 2008

Alimentazione e salute

Mettere in relazione alimentazione e salute non è così ovvio come può sembrare. Spesso le persone non ritengono che ciò che mangiano influisca sul loro benessere. Per molti, fare prevenzione significa eseguire regolarmente esami clinici per scoprire se è in atto o meno una patologia ed eventualmente bloccarla in tempo. Il cibo viene considerato come qualcosa a sé, che serve per vivere, placare la fame, controllare il peso corporeo. Quindi, non si presta attenzione alla qualità degli alimenti che si introducono, bensì al loro prezzo e al contenuto in calorie.
L’agricoltura biologica è vista da molti come un utopia, un business, una moda, poiché i danni provocati dall’accumulo di tossine all’interno dell’organismo nell’arco di anni di un’alimentazione a base di prodotti chimicizzati sono maggiormente silenti rispetto ad una sintomatologia più eclatante, che possa essere immediatamente messa in relazione ad una causa. Ci siamo ormai abituati a convivere con il nostro malessere, sia fisico che psicologico, al quale rispondiamo prontamente assumendo farmaci o rimedi che disattivino semplicemente il campanello d’allarme.
Nonostante le ampie campagne informative condotte negli ultimi decenni, l’idea che gli alimenti normalmente in commercio vengano prodotti utilizzando pesticidi, diserbanti, ormoni, antibiotici, coloranti, conservanti, ecc. lascia indifferente la maggior parte delle persone. Il portafoglio e l’aspetto fisico vengono considerati molto più importanti nella scala delle priorità, nella quale la salute non occupa mai il primo posto.
Chi in genere si interessa all’alimentazione lo fa principalmente perché è costantemente a dieta. È sorprendente il numero e la varietà di diete che sono state inventate e commercializzate negli ultimi 40 anni. E questa ricca (in tutti i sensi) produzione non ha ancora esaurito la propria fonte. Le donne in genere, ma anche gli uomini (soprattutto chi frequenta le palestre), conoscono perfettamente il contenuto calorico di ogni singolo alimento ed utilizzano prodotti dietetici sostitutivi del pasto. L’alimentazione e l’attività fisica non vengono presi in considerazione in funzione del benessere psico-fisico, ma del dimagrimento e dell’aspetto esteriore.
Spesso la conoscenza e l’informazione relativa all’alimentazione si basa esclusivamente su articoli di giornali femminili e sulla pubblicità televisiva, oltre ai numerosi programmi scientifici e non. Pochi sanno da dove proviene l’alimento di cui si cibano, cosa contiene, quali metodi sono stati utilizzati nella coltivazione/allevamento, nella produzione, nel confezionamento e nella distribuzione. Non siamo più in grado di riconoscere se un alimento è autoctono o proviene da paesi lontani, se è di stagione oppure coltivato in serra. Questo è lo scotto che dobbiamo pagare alla civilizzazione e alla globalizzazione.
Nella giungla dell’alimentazione è veramente difficile districarsi. Quando si crede di aver raggiunto una conoscenza soddisfacente al riguardo, si scopre che, in fin dei conti, non si sa praticamente nulla. La conoscenza, infatti, non ha mai fine; ogni piccolo tassello va aggiunto ad un infinito puzzle che fa parte del mistero della vita, che è possibile indagare anche partendo da una cosa così “materiale“ e “banale“ come il cibo.
Se la nostra conoscenza riguardo all’alimentazione si ferma ad una serie di nozioni oggettive relative alla composizione fisico-chimica dei cibi (macronutrienti, micronutrienti, calorie), potremo considerarci esperti dal punto di vista tecnico, ma resteremo sempre ancorati all’aspetto materiale della vita. Rudolf Steiner affermava che la scienza moderna è in grado di indagare solo ciò che è morto, quindi privo di vita. Ma se avremo il desiderio di approfondire la nostra conoscenza sarà possibile apprendere qualcosa di più sulla vita, sulla relazione che esiste tra l’Uomo e il suo ambiente, tra l’Uomo e il Cosmo, semplicemente chiedendoci cos’è, al di là dell’apparenza, quella sostanza che noi chiamiamo cibo e che ogni giorno, introdotta all’interno del nostro organismo, non solo ci permette di sopravvivere, ma anche di determinare la qualità della nostra salute, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti.
Gli antichi filosofi ben sapevano che non vi è differenza tra noi e il resto dell’Universo: essi affermavano che ciò che è in basso è anche in alto.
Siamo fatti della stessa materia del Cosmo e ne riceviamo gli influssi e le energie. Proprio come le piante, gli animali, i minerali…..e quello che chiamiamo cibo.