Il medico deve sapere osservare le relazioni fra l'uomo e il mondo esterno, fra abitudini di vita e malattia. Solo dopo aver colto tutti questi elementi egli potrà risolvere il problema terapeutico, secondo la regione, il clima e l'individuo.
(Nei Jing Su Wen)

Rando Diana - Dietista e Naturopata - Verona
rando.diana@libero.it

domenica 2 agosto 2009

IL CIBO NEMICO

Quand’è che il cibo, nella storia dell’umanità, ha iniziato ad essere un nemico?
Un tempo cibo “cattivo” era considerato il cibo velenoso o avariato, che poteva provocare malattia e morte. Oggi il cibo “cattivo” è quello che “fa ingrassare”, quello che “fa giudicare” chi lo consuma, quello che non viene “socialmente accettato”, perché sinonimo di “capriccio, voglia, desiderio, debolezza”.
Mi riferisco sicuramente ai dolci, ma non deve stupire se per molte persone nella stessa categoria rientrano anche tutti i carboidrati.
Dei dolci se ne può fare a meno. Dal punto di vista nutrizionale non sono nemmeno così salutari, perché ricchi di zuccheri, grassi, coloranti, conservanti, ecc. Solo da pochi decenni sono entrati a far parte dell’alimentazione quotidiana. Un tempo erano un’eccezione, oggi sono un cibo-consolatorio.
Ma per quanto riguarda i carboidrati, essi sono indispensabili alla vita. È sui cereali, infatti, che si è basata la sopravvivenza dell’umanità. In ogni Paese del mondo esistono uno o più cereali tipici di quel luogo, in sintonia con il clima, l’ubicazione geografica, la composizione geologica di quel territorio. Nei Paesi in via di sviluppo i cereali sono considerati una ricchezza, un dono prezioso della natura insieme all’acqua, perché insieme garantiscono la vita.
Solo nei paesi “civilizzati” i cereali vengono considerati una “minaccia”, più per la linea che per la salute. E per alcuni aspetti, non a torto, se pensiamo quanto sono stati snaturati, manipolati, raffinati, chimicizzati, elaborati dalla grande industria, tanto da non possedere più nulla della funzione originaria: quella di nutrire.
I carboidrati sono diventati un serbatoio di nude calorie, un veicolo di sostanze additivate dannose alla salute, che nulla hanno a che vedere con la composizione originale del cereale da cui derivano.
Invece di eliminare i carboidrati dall’alimentazione quotidiana, perché non riconsiderare la loro qualità?
Ormai da troppo tempo siamo abituati ad introdurre un solo tipo di cereale: il frumento. Tutte le forme di carboidrati che introduciamo nell’arco della giornata sono a base di frumento: pasta, pane, grissini, crackers, dolci, ecc. Tra l’altro, il frumento con cui vengono fatti viene concimato con fertilizzanti chimici e poi raffinato. Di conseguenza ne deriva un alimento povero di vitamine e sali minerali. Inoltre, la quasi totalità del frumento impiegato nella grande industria deriva da un incrocio tra un frumento “nanizzato” (cioè trattato con le radiazioni perché la pianta non cresca troppo in altezza), chiamato Creso, e un frumento di coltivazione messicana. Ciò avveniva negli anni ’80 e le conseguenze di tutte queste operazioni manipolative sono ora visibili nel dilagare delle intolleranze e allergie che molte persone hanno sviluppato nei confronti degli alimenti contenenti glutine.
In natura esistono numerose varietà di cereali: orzo, miglio, mais, riso, kamut, farro, quinoa, grano saraceno, avena, segale. Ognuno di essi ha caratteristiche e composizione diverse e la loro rotazione nell’alimentazione settimanale garantisce un apporto di sostanze nutritive molto vario, purché di origine biologica e assunti nella forma integrale. Della maggior parte di questi si trovano anche i derivati (pane, pasta, crackers, biscotti, gallette, fiocchi, ecc.) e anche le farine, ma la forma migliore di assunzione per poter usufruire delle loro qualità è quella in chicco o comunque la meno manipolata possibile.
Questi cereali e i loro derivati si possono trovare nei negozi specializzati nella vendita di alimenti biologici e biodinamici, ma da un po’ di tempo anche in alcuni supermercati. In questi ultimi, però, spesso la scelta è meno varia e i prezzi maggiori, oltre al fatto che i prodotti sono esclusivamente confezionati. È quindi utile leggere bene le etichette per essere sicuri che non siano stati additivati di sostanze conservanti, anche se considerate legali.
L’essere umano non è fatto solo di fisico. Per questo tutte le tecniche utilizzate per controllare il peso corporeo (diete, attività fisica eccessiva, digiuni, ecc.) prima o poi rivelano la loro inefficacia e dannosità. Ci si dimentica troppo spesso delle proprie componenti spirituale e mentale, le quali non possono essere controllate dalla volontà e continuano ad ostacolarci nel nostro intento autolesionista, inviando continui messaggi. Tuttavia, noi continuiamo ad ignorarli, sia perché non siamo più in grado di ascoltarci, sia perché ci illudiamo di poterli controllare.
Lo stimolo della fame è un segnale che viene dal nostro essere istintivo. Il suo scopo è permettere la sopravvivenza. Come può essere considerato un nemico? Continuare ad ignorarlo significa voler ignorare la vita stessa. Alla fine, essa ci invia un segnale di disagio talmente forte in modo che non sia più possibile far finta di niente. In un attimo avviene ciò che tanto avevamo temuto. Siamo costretti a capitolare. Ma ormai, in pochi secondi, riempiamo il nostro essere con un’infinità di cibo-spazzatura, invece che di cibo-amore e cibo-cura di sè. E il risultato è proprio quello che abbiamo cercato così affannosamente di evitare.
“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. “Ama il tuo prossimo come te stesso”.
Perché non trasformare questi insegnamenti in:
“Non fare a te stesso ciò che non faresti agli altri” e “Ama te stesso come ami il tuo prossimo”?
Possiamo cominciare proprio adesso: solo il presente ha valore. Il passato è passato: non esiste più. Il futuro non esiste ancora, ma sarà una conseguenza delle nostre azioni nel presente.
Riempiamo la nostra vita di atti d’amore verso noi stessi!