Il medico deve sapere osservare le relazioni fra l'uomo e il mondo esterno, fra abitudini di vita e malattia. Solo dopo aver colto tutti questi elementi egli potrà risolvere il problema terapeutico, secondo la regione, il clima e l'individuo.
(Nei Jing Su Wen)

Rando Diana - Dietista e Naturopata - Verona
rando.diana@libero.it

giovedì 11 dicembre 2008

Alimentazione e Pranayama

In tutte le religioni e le filosofie antiche si ritrovano indicazioni relative al cibo, alla sua assunzione, alla salute e alla malattia.
Questo brano è tratto dal libro "Teoria e pratica del Pranayama" di B.K.S. Iyengar - Edizioni Mediterranee.
Le indicazioni che vi si ritrovano sono alquanto interessanti e attuali.

Nella Mahanarayanopanisad, il cibo è descritto come il requisito primario senza il quale l'uomo non può sviluppare il corpo anatomico a livello spirituale.
Il sole irradia il calore che fa evaporare l'acqua. Il vapore si trasforma in nubi, dalle quali la pioggia cade sulla terra. L'uomo coltiva la terra e produce il cibo che, consumato, crea l'energia necessaria al mantenimento del vigore. Il vigore genera la disciplina, che sviluppa la fede, la quale dà la conoscenza. La conoscenza dispensa l'apprendimento, che porta la compostezza, la quale crea la calma. La calma instaura l'equanimità, che sviluppa la memoria e questa induce il riconoscimento. Il riconoscimento apporta il giudizio, il quale conduce all'autorealizzazione.
Il cibo deve essere sano, gradevole e congeniale al corpo e non deve essere ingerito soltanto per gratificare i sensi. Si divide in tre categorie: sattvico, rajasico e tamassico.
Il primo promuove la longevità, la salute e la felicità.
Il secondo produce eccitazione.
Il terzo crea le infermità.
I cibi rajasici e tamasici offuscano la coscienza e ostacolano il progresso spirituale.
E' dovere del sadhaka* scoprire, mediante prove e sperimentazioni, quali sono i cibi adatti a lui.
Il carattere è influenzato dal cibo. La pratica del Pranayama cambia le abitudini alimentari del sadhaka. Il temperamento dell'uomo è influenzato dalla dieta perchè ciò che egli mangia condiziona il funzionamento della mente.
Il cibo vegetariano sattvico, tuttavia, può essere ingerito da tiranni, i quali resteranno comunque rajasici o tamasici. Ciò che importa è lo stato d'animo di chi mangia. Una dieta consistente di soli cibi sattvici aiuterà a conservare una mente limpida e incrollabile.
Il corpo è la dimora dell'io individuale. Se dovesse perire per mancanza di cibo, l'Io lo abbandonerebbe. Il corpo deve essere protetto per ospitare l'Io. Trascurare il corpo porta alla morte e alla distruzione dell'Io.
Secondo la Chandogyopanisad, i cibi solidi, i liquidi e i grassi che alimentano il corpo vengono divisi ognuno in sedici parti all'atto del consumo.
Il cibo si divide in tre di esse: le più grossolane diventano feci, quelle mediane divengono carne e le più sottili diventano la mente.
In quanto ai liquidi, i più grossolani diventano urina, quelli medi diventano sangue e i più sottili divengono energia (prana).
Lo stesso avviene per i grassi: gli ingredienti più grossolani diventano ossa, quelli medi midollo e i più sottili favella.
Non mangiate quando non scorre la saliva, perchè questo indica che il corpo non ha più bisogno di cibo. La quantità e la qualità del vitto devono essere moderate. Quando si ha veramente fame e sete, il cibo viene immediatamente assorbito nell'organismo e lo nutre.
L'acqua da sola può sempre placare la sete. Un vero assetato non cerca altra bevanda che l'acqua.
Frenate la fame e la sete artificiali.
Non mangiate quando siete emotivamente turbati. Quando durante il pasto prevale un nobile stato d'animo, allora tutti i cibi, eccettuati quelli velenosi, sono sattvici.
Il fuoco della digestione è acceso dall'energia che nasce dalla respirazione. Un vitto moderato e nutriente è necessario per mantenere il vigore, la forza e la prontezza della mente.
Evitate i digiuni.
Secondo la Taittiriya Upanisad, il cibo è Brahman*. Deve essere quindi rispettato, non deriso, e non se ne deve abusare.

Note:
* sadhaka: praticante, colui che ricerca
* Brahman: Essere Supremo, causa dell'Universo, spirito onnipervdente dell'Universo

mercoledì 10 dicembre 2008

La prevenzione


Nella società odierna è molto diffusa l’idea che prevenire significhi fare abitualmente visite, controlli, esami e radiografie. Ciò deriva probabilmente dalla consuetudine di considerare la medicina come una pratica atta a “curare” semplicemente eliminando i sintomi delle patologie. Per questo tipo di medicina, il sintomo è qualcosa di inopportuno da sopprimere immediatamente e la malattia è un “male” che va debellato il prima possibile e non l’espressione di uno squilibrio nella stato di salute dell’individuo. I numerosi programmi televisivi che trattano di medicina, salute e benessere, le diffuse campagne pubblicitarie per la “prevenzione” delle varie patologie, gli articoli pseudo-scientifici che appaiono su riviste soprattutto femminili sono tutti orientati verso questo scopo.
La prevenzione così intesa può solo indagare alla ricerca della presenza o meno di una patologia, soprattutto se asintomatica. Lo scopo è avere un punto di partenza per effettuare eventualmente esami più approfonditi. Ma ciò significa scoprire la malattia solamente nel momento in cui è presente, non prevenirla. Inoltre, una volta appurata la presenza di una patologia l’intervento successivo si basa sull’utilizzo di farmaci o tecniche curative più o meno invasive allo scopo di eliminare i fastidiosi sintomi, oppure intervenire chirurgicamente.
Tra le pratiche più in uso a questo scopo ci sono, oltre ai classici esami del sangue, gastroscopie, elettrocardiogrammi, ecc., le radiografie, oggi spesso sostituite dalla TAC. In un articolo della rivista “L’Europeo” del 1994, si afferma che ogni anno circa 1000 italiani muoiono a causa degli esami radiografici eseguiti per verificare il loro stato di salute! L’Italia è il quarto paese nella graduatoria mondiale per il numero di esami radiologici effettuati ogni anno per abitante (1), dopo Giappone (2), Germania (1,4) e Stati Uniti (1,2). Gli effetti a lungo termine dell’esposizione ai raggi X sono cancerogeni (leucemie, cancro della tiroide, ecc.) e genetici (alterazioni morfologiche sia nelle cellule somatiche che cromosomiche e mutazioni genetiche osservabili nelle generazioni successive). L’esposizione a piccole dosi non dà sintomi a breve termine e a lungo termine questi sono molto complessi da appurare perché i danni, se emergenti, si verificano con anni di ritardo su percentuali di popolazione molto bassa.
In senso più naturale e olistico, si può intendere la prevenzione come la capacità di mantenersi in buona salute, sia con l’alimentazione naturale, sia con uno stile di vita altrettanto naturale.
La Medicina Tradizionale Cinese ha sempre considerato la prevenzione delle malattie una delle principali virtù.
Nell’I Ching (Classico dei Mutamenti) si legge:
“L’uomo superiore pensa sempre in anticipo alle malattie e prende misure adeguate per prevenirle”.
Nello Huangdi Neijing (Classico di Medicina dell’Imperatore Giallo) è scritto:
“Il saggio non cura gli uomini quando essi sono già ammalati, ma fa in modo di prevenire la comparsa delle malattie”.
Secondo il pensiero cinese, l’uomo deve sapersi difendere da tutto ciò che può recare danno alla sua salute. Vengono stabiliti, a questo scopo, tre principi fondamentali:
1) sapersi alimentare correttamente;
2) sapersi adattare allo Yin e allo Yang;
3) non esaurire il patrimonio vitale ricevuto alla nascita.
La medicina cinese ha come obiettivo primario insegnare all’uomo a mantenersi in equilibrio con le componenti Yin e Yang dell’Universo, della natura e dell’ambiente. Inoltre, insegna come mantenere l’armonia all’interno del proprio organismo.
Rimanendo nel nostro paese, va ricordato come la Scuola Salernitana, già a partire dall’anno 1000 d.C. (anno della sua fondazione), si fosse prodigata nella stesura di una serie di regole alimentari e di vita che dovevano servire come base per mantenere uno stato di buona salute e prevenire la comparsa delle malattie.
Tra queste, la seguente si addice proprio all‘argomento della prevenzione:
“Poni dei limiti alla gola per aver vita lunga; il medico che nutre poco ti allontana dalla morte”.

lunedì 24 novembre 2008

Alimentazione e salute

Mettere in relazione alimentazione e salute non è così ovvio come può sembrare. Spesso le persone non ritengono che ciò che mangiano influisca sul loro benessere. Per molti, fare prevenzione significa eseguire regolarmente esami clinici per scoprire se è in atto o meno una patologia ed eventualmente bloccarla in tempo. Il cibo viene considerato come qualcosa a sé, che serve per vivere, placare la fame, controllare il peso corporeo. Quindi, non si presta attenzione alla qualità degli alimenti che si introducono, bensì al loro prezzo e al contenuto in calorie.
L’agricoltura biologica è vista da molti come un utopia, un business, una moda, poiché i danni provocati dall’accumulo di tossine all’interno dell’organismo nell’arco di anni di un’alimentazione a base di prodotti chimicizzati sono maggiormente silenti rispetto ad una sintomatologia più eclatante, che possa essere immediatamente messa in relazione ad una causa. Ci siamo ormai abituati a convivere con il nostro malessere, sia fisico che psicologico, al quale rispondiamo prontamente assumendo farmaci o rimedi che disattivino semplicemente il campanello d’allarme.
Nonostante le ampie campagne informative condotte negli ultimi decenni, l’idea che gli alimenti normalmente in commercio vengano prodotti utilizzando pesticidi, diserbanti, ormoni, antibiotici, coloranti, conservanti, ecc. lascia indifferente la maggior parte delle persone. Il portafoglio e l’aspetto fisico vengono considerati molto più importanti nella scala delle priorità, nella quale la salute non occupa mai il primo posto.
Chi in genere si interessa all’alimentazione lo fa principalmente perché è costantemente a dieta. È sorprendente il numero e la varietà di diete che sono state inventate e commercializzate negli ultimi 40 anni. E questa ricca (in tutti i sensi) produzione non ha ancora esaurito la propria fonte. Le donne in genere, ma anche gli uomini (soprattutto chi frequenta le palestre), conoscono perfettamente il contenuto calorico di ogni singolo alimento ed utilizzano prodotti dietetici sostitutivi del pasto. L’alimentazione e l’attività fisica non vengono presi in considerazione in funzione del benessere psico-fisico, ma del dimagrimento e dell’aspetto esteriore.
Spesso la conoscenza e l’informazione relativa all’alimentazione si basa esclusivamente su articoli di giornali femminili e sulla pubblicità televisiva, oltre ai numerosi programmi scientifici e non. Pochi sanno da dove proviene l’alimento di cui si cibano, cosa contiene, quali metodi sono stati utilizzati nella coltivazione/allevamento, nella produzione, nel confezionamento e nella distribuzione. Non siamo più in grado di riconoscere se un alimento è autoctono o proviene da paesi lontani, se è di stagione oppure coltivato in serra. Questo è lo scotto che dobbiamo pagare alla civilizzazione e alla globalizzazione.
Nella giungla dell’alimentazione è veramente difficile districarsi. Quando si crede di aver raggiunto una conoscenza soddisfacente al riguardo, si scopre che, in fin dei conti, non si sa praticamente nulla. La conoscenza, infatti, non ha mai fine; ogni piccolo tassello va aggiunto ad un infinito puzzle che fa parte del mistero della vita, che è possibile indagare anche partendo da una cosa così “materiale“ e “banale“ come il cibo.
Se la nostra conoscenza riguardo all’alimentazione si ferma ad una serie di nozioni oggettive relative alla composizione fisico-chimica dei cibi (macronutrienti, micronutrienti, calorie), potremo considerarci esperti dal punto di vista tecnico, ma resteremo sempre ancorati all’aspetto materiale della vita. Rudolf Steiner affermava che la scienza moderna è in grado di indagare solo ciò che è morto, quindi privo di vita. Ma se avremo il desiderio di approfondire la nostra conoscenza sarà possibile apprendere qualcosa di più sulla vita, sulla relazione che esiste tra l’Uomo e il suo ambiente, tra l’Uomo e il Cosmo, semplicemente chiedendoci cos’è, al di là dell’apparenza, quella sostanza che noi chiamiamo cibo e che ogni giorno, introdotta all’interno del nostro organismo, non solo ci permette di sopravvivere, ma anche di determinare la qualità della nostra salute, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti.
Gli antichi filosofi ben sapevano che non vi è differenza tra noi e il resto dell’Universo: essi affermavano che ciò che è in basso è anche in alto.
Siamo fatti della stessa materia del Cosmo e ne riceviamo gli influssi e le energie. Proprio come le piante, gli animali, i minerali…..e quello che chiamiamo cibo.

venerdì 10 ottobre 2008




Il cibo è qualcosa di esterno che introduciamo nel nostro organismo e che non attraversa semplicemente l'apparato digerente, ma diventa parte di noi.
Quando introduciamo un alimento che contiene pesticidi, quei pesticidi diventano parte di noi.
Quando introduciamo un alimento che contiene sostanze di sintesi chimica, quelle sostanze diventano parte di noi.
Quando introduciamo un alimento che contiene DNA modificato, quel DNA diventa parte del nostro DNA.
Quando introduciamo un alimento che deriva dal maltrattamento, dalla paura, dalla violenza, tutto ciò diventa parte di noi.
Se introduciamo un alimento prodotto con amore, riscaldato dai raggi del Sole e preparato con cura, tutto ciò diventa parte di noi.

E adesso, cosa ne pensate della carne?


Per legge gli animali destinati al consumo umano devono essere uccisi mediante taglio della gola per poter permettere la fuoriuscita del sangue. Spesso arrivano a questa fase ancora coscienti.

Questa foto non ha lo scopo di scioccare le persone, nè di criticare le scelte alimentari di nessuno. E' solo un invito alla riflessione......

sabato 6 settembre 2008

L'insorgenza delle malattie dal punto di vista della filosofia buddista e del karma



Il Buddismo è nato dall’esigenza di dare una risposta alle quattro sofferenze fondamentali della vita: nascita, vecchiaia, malattia e morte. La cosa più importante è il modo in cui si possono superare queste quattro sofferenze, le quali rappresentano l’impermanenza di tutti i fenomeni. Secondo il Buddismo tutto è questione di vittoria o sconfitta, anche la malattia. Il modo in cui affrontiamo le questioni della vita, con coraggio o facendoci schiacciare dai problemi, determina se vinceremo o saremo sconfitti.
La morte è il punto finale della vita presente, ma allo stesso tempo è il punto di partenza della vita successiva. Nella profondità ed eternità della vita sono incisi gli ostacoli karmici accumulati nel passato. Anche la malattia è una loro espressione. Ma dal punto di vista del Buddismo essa è un espediente per condurre le persone all’Illuminazione.
Il problema della malattia nel Buddismo ha origini molto antiche.
Già nel III secolo d.C., Nagarjuna (1) suddivise e ordinò le malattie in “malattie karmiche” e “malattie presenti” e poi in “malattie del corpo” e “malattie della mente”.
Nel VI secolo d.C., T’ien-t’ai (2), nel Maka Shikan, offrì la più completa classificazione delle malattie dal punto di vista del Buddismo. Egli suddivise i tipi di patologie in tre grandi categorie:
- malattie del corpo
- malattie della mente
- malattie karmiche
Secondo T’ien-t’ai, le cause che generano le malattie sono sei:
- disarmonia dei quattro elementi
- assunzione eccessiva di cibi e bevande
- vita sregolata
- attacco di “demoni” dall’esterno
- azione di “diavoli” interni
- effetti del karma
Le prime quattro cause riguardano le malattie del corpo, la quinta causa le malattie della mente e la sesta le malattie karmiche.
“Demoni” e “diavoli” indicano l’azione di forze o di corpi che assumono una funzione distruttiva o destabilizzante per l’individuo.
Questa classificazione delle malattie va da quelle meno gravi a quelle più gravi, definite dalla medicina convenzionale “inguaribili” o “incurabili”. Proprio per queste ultime la pratica buddista diviene indispensabile. Se essa è in grado di curare le malattie definite incurabili (“karma immutabile”) a maggior ragione è efficace nelle malattie definite curabili (“karma mutabile”).
Il Buddismo fa continui riferimenti alla malattia e alla medicina utilizzando metafore, simbologie e allegorie tra il processo di Illuminazione e quello di guarigione. La scienza occidentale, improntata al razionalismo, tende alla separazione tra mente e corpo, individuo e ambiente, uomo e Universo. Il Buddismo, invece, afferma l’unicità di individuo e ambiente (non solo inteso come ecosistema).
Nel Gosho (3) “La benefica medicina per tutte le malattie”, Nichiren Daishonin afferma: “Dalla malattia nasce il desiderio di ricercare la Via”. In questo senso, la malattia da causa di sofferenza che determina paura, sconforto, senso di impotenza, diventa mezzo per trasformare il proprio karma ed ottenere l’Illuminazione. Questo modo di vedere la malattia pone l’accento sull’atteggiamento mentale nella cura e sull’importanza della salute psicologica e spirituale. Infatti, la disperazione e la rassegnazione sono la vera “malattia mortale”.
Tutta la storia del Buddismo può essere letta come una grande metafora del medico e della malattia: il medico è la Legge mistica (4), il malato è la vita. Molte sono le parabole in cui il Budda viene paragonato ad un medico, la sofferenza ad una malattia e i suoi insegnamenti ad una efficace medicina.
Shakyamuni stesso studiò a lungo la medicina e divenne esperto nelle tecniche mediche del suo tempo. Nagarjuna affermo’: “Il Sutra del Loto è come un grande medico che cambia il veleno in medicina”. Miao-lo (5) spiega: “Dato che può curare ciò che è ritenuto incurabile, è chiamato myo o mistico….Myo significa rivitalizzare, cioè far ritornare in vita”.
Veri e propri trattati di medicina e studi specifici sono stati scritti con lo scopo di classificare le varie malattie e individuarne le cause, le caratteristiche e i rimedi per curarle. Allo stesso Shakyamuni sono attribuiti quattro trattati, composti di 156 capitoli totali, nei quali vengono considerate sia le funzioni dell’organismo in stato di salute, sia le diverse malattie. Vi sono menzionati 84.000 tipi di malattie, la cui origine è da ricercarsi nelle diverse combinazioni tra “cause remote” e “cause immediate”. Le malattie dovute a “cause remote” vengono individuate principalmente nella mente, nell’attaccamento ai desideri terreni e nei tre veleni di avidità, collera e stupidità. Le malattie dovute a “cause immediate” sono dovute allo squilibrio tra i tre umori di “aria, bile e flemma”, energie fondamentali che governano il funzionamento dell’organismo umano. In base al rapporto tra i fenomeni della mente e quelli del corpo, le malattie vengono intese come differenti condizioni di “mente distorta”, collegate a specifici effetti fisici.
Nella medicina buddista viene data grande attenzione alla prevenzione delle malattie, all’igiene personale, alla cura del proprio corpo e all’alimentazione. Lo stesso Shakyamuni consigliava di seguire una dieta sana, di mantenere una accurata pulizia e di dormire bene.
Nei Sutra vengono menzionati spesso i bagni termali e i bagni caldi o freddi come cura di alcune malattie. Particolare attenzione veniva data all’esercizio fisico per aiutare la digestione, facilitare la concentrazione e la chiarezza di pensiero.
Shakyamuni non ricorse mai a guarigioni religiose o rituali magici. Egli dava alla gente indicazioni pratiche per curare le ferite e le malattie, prevenire le infezioni e le epidemie.
Un principio fondamentale della medicina e della filosofia buddista è l’inseparabilità della vita dal suo ambiente. Shakyamuni insegnava che per essere protetti dalle aggressioni esterne è necessario rispettare il proprio ambiente e qualsiasi forma di vita ne faccia parte. In questo modo è possibile sviluppare una inesauribile forza vitale in grado di perseverare ogni individuo da aggressioni e incidenti esterni.
Un altro principio fondamentale è quello dell’eternità della vita. Molte malattie considerate incurabili possono guarire grazie ad una visione più ampia che tenga conto delle persone e del loro karma. Secondo il Buddismo, esiste una stretta relazione tra le azioni che un individuo compie nel corso della vita e gli effetti che tali azioni possono avere durante la sua esistenza presente e futura. Le forme di malattia “inguaribile” di cui un essere umano può soffrire sarebbero il risultato di azioni compiute in questa o in altre esistenze contro la Legge mistica e la vita (es. aver ucciso una persona). Queste malattie “inguaribili” possono guarire solo attraverso una profonda trasformazione dell’individuo. Shakyamuni esortava le persone affette da malattie incurabili a risvegliare il loro innato potere curativo, facendo emergere la natura di Budda inerente alla loro vita. Dove un comune mortale vede nella malattia incurabile una disgrazia e un dolore impossibile da superare, il Budda (6) vede un fenomeno naturale che fa parte della vita stessa, come qualsiasi altro fenomeno. La guarigione è la conseguenza naturale della trasformazione del proprio karma.
Ogni malattia ha, generalmente, più di una causa. Per alcune patologie è possibile individuare una causa predominante, per altre no.
Le sei categorie di cause di malattia esposte da T’ien-t’ai possono anche muoversi e combinarsi, determinando la comparsa di altre patologie. In generale, tutte le malattie, dal momento che sono sofferenze, sono effetti del karma, cioè di cause negative. Ma la sesta categoria (malattie karmiche) si riferisce proprio alle cosiddette malattie “inguaribili”. L’unica medicina in grado di guarirle sarebbe la pratica buddista. Nel settimo volume del Sutra del Loto si legge: “Questo sutra è la benefica medicina per le malattie di tutta l’umanità”.
Le prime cinque cause di malattie sono prodotte nel corso dell’esistenza presente; la sesta ha origine nelle esistenze precedenti. Nel Gosho “Curare la malattia karmica”, Nichiren Daishonin (7) afferma: “I disturbi del sesto tipo derivano dal karma e sono i più difficili da guarire. Presentano diversi livelli di gravità e non è possibile formulare giudizi definitivi”.
La malattia karmica può essere sia fisica che mentale. La sua cura non è un problema strettamente individuale. Infatti, oltre al karma individuale esiste anche un karma familiare e un karma collettivo (sociale) e tutti interagiscono tra di loro. Questo è il riflesso del principio di inseparabilità della vita dal suo ambiente.
Secondo il Sutra del Loto, nemmeno un Budda è completamente libero dai dolori. La malattia è considerata come la naturale manifestazione di una condizione vitale. Ciò che conta è l’atteggiamento dell’individuo e la sua capacità di attivare il potere di guarigione intrinseco alla vita stessa. Paura e rassegnazione possono essere motivo di sconfitta, mentre la combattività e il rifiuto di considerare la malattia come una condanna a morte aumentano le probabilità di guarigione. La pratica buddista serve ad attivare e utilizzare gli illimitati potenziali ed energie inerenti alla vita, tramite lo sviluppo della buddità che esiste in ogni persona.

1. Nagarjuna: filosofo che collaborò allo studio e alla propagazione degli insegnamenti buddisti
2. T’ien-t’ai: massimo interprete degli insegnamenti contenuti nel Sutra del Loto e fondatore di una scuola che da lui prese il nome

3. Gosho: scritto in forma di lettera che Nichiren Daishonin inviava ai suoi seguaci per incoraggiarli nella fede e nalla pratica dell’insegnamento buddista di Nam-myoho-renge-kyo.
4. Legge mistica: legge della vita e dell’Universo che permea tutti i fenomeni. Nel buddismo di Nichiren Daishonin è sinonimo di Nam-myoho-renge-kyo.
5. Miao-lo: grande maestro buddista

6. Budda: persona che percepisce la vera entità di tutti i fenomeni e si è risvegliata alla Legge mistica.

7. Nichiren Daishonin (1222-1282): monaco laico buddista giapponese che rivelò per primo la Legge di Nam-myoho-renge-kyo., il 28 aprile 1253. Ottenuta l’illuminazione, egli rivelò la Legge mistica per fare in modo che tutti gli esseri umani potessero raggiungere l’Illuminazione. A questo scopo dedicò la sua intera esistenza, subendo numerose persecuzioni sia da parte delle altre scuole buddiste che dal governo giapponese. Egli materializzò la Legge mistica in un oggetto di culto chiamato Dai-Gohonzon, che rappresenta la sua vita illuminata nella forma di un mandala. Per estensione, il Gohonzon rappresenta la vita illuminata di ogni persona che recita Nam-myoho-renge-kyo davanti ad esso.

venerdì 5 settembre 2008

Due occhi: il Sole e la Luna - di Daisaku Ikeda



Il Buddismo paragona simbolicamente il corpo umano all’Universo proprio per dimostrare che la vita individuale è un microcosmo. La testa è rotonda come lo sono i cieli sopra di noi. I nostri occhi sono il Sole e la Luna. Li chiudiamo e li apriamo come il giorno e la notte. I nostri capelli brillano come le sette stelle dell’Orsa Maggiore. Il respiro è come il vento e il quieto respiro dalle narici è come la dolce brezza delle vallate.
Ci sono circa 360 articolazioni nel corpo umano e rappresentano i giorni dell’anno. Le dodici articolazioni maggiori rappresentano i dodici mesi. La parte anteriore e più calda del nostro corpo (l’addome e lo stomaco) è la primavera e l’estate. Quella posteriore e più fredda (la schiena) è l’autunno e l’inverno. I vasi sanguigni e le arterie sono ruscelli e fiumi. Quando c’è un’emorragia è come se fosse esplosa una diga. Le nostre ossa sono i sassi, la pelle e i muscoli la terra, i peli la foresta. Vari testi buddisti espongono dettagliatamente queste corrispondenze, includendovi ciascun organo interno, e mostrando così che il nostro corpo è senza alcun dubbio un universo in miniatura. Una grande quantità di metalli e di minerali - oro, argento, rame, potassio, calcio - si trovano nelle profondità della terra. Anche le funzioni e le qualità di tutti questi materiali sono racchiusi nel nostro corpo. Le infinite particelle del cosmo: atomi, protoni, fotoni, elettroni, neutroni, ecc., animali piccolissimi come batteri, la legge di gravità, la conservazione di massa ed energia, e tutte le altre leggi dell’Universo si riferiscono più o meno allo stesso modo al nostro microcosmo. Un’occhiata al funzionamento del corpo ci fa ricordare che esso è come una grande farmacia: ha la capacità di produrre le medicine di cui abbiamo bisogno per mantenerci in salute. Prese attraverso il cibo esse si trasformano in nutrimento ed energia. Il cervello umano ha la potenzialità di un enorme computer (sebbene noi non sempre siamo in grado di usarlo). I sessanta miliardi di cellule del nostro corpo lavorano insieme in perfetto bioritmo.
Questa è la successione reale delle cose.

Daisaku Ikeda

domenica 6 luglio 2008

Le vostre opinioni migliorano il mio lavoro

Mi piacerebbe poter condurre un sondaggio per sapere cosa ne pensano le persone in generale dell'alimentazione, quali sono le loro conoscenze, le loro esperienze.
Vorrei utilizzare i dati che riuscirò a raccogliere per la tesi di naturopatia che sto preparando. E poichè questa tesi parlerà principalmente di alimentazione naturale (ma anche di altri argomenti legati alla naturopatia) le domande che vorrei porvi saranno proprio su questo argomento.
Ringrazio fin d'ora chi vorrà dare il suo contributo. Potrete rispondere inviando un commento al post o una e-mail.
Grazie.
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Sondaggio sull'alimentazione naturale:
  1. Hai già sentito parlare di "alimentazione naturale"?
  2. Se sì, dove o da chi?
  3. Che cosa significa per te fare prevenzione?
  4. Pensi che l'alimentazione sia importante per il mantenimento di una buona salute?
  5. Hai già sentito parlare di agricoltura biologica?
  6. Se sì, cosa ne pensi?
  7. Fai mai la spesa in negozi che vendono prodotti provenienti da coltivazioni biologiche?
  8. Se sì, quali tipi di prodotti acquisti?
  9. Pensi che la salute delle persone e la salute dell'ambiente siano collegati?
  10. Conosci i prodotti OGM?
  11. Se sì, cosa ne pensi?
  12. Prova a dare una definizione personale di "alimentazione naturale"....

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Naturalmente, questo sondaggio serve solo per raccogliere informazioni sulle conoscenze delle persone riguardo all'alimentazione in generale e a quella "naturale" in particolare. Non è un test di bravura, nè il suo scopo è criticare le abitudini e le convinzioni delle persone. Anzi, se ci sono persone che non credono nell'alimentazione come strumento di salute, nell'agricoltura biologica, nella salvaguardia dell'ambiente e sono accaniti sostenitori degli OGM, ben venga la possibilità di un confronto.

Grazie.

sabato 21 giugno 2008

I principi dell'eubiotica

Il termine "eubiotica" deriva dal greco "eu", che significa buono e "bios", che significa vita.
Esso è stato utilizzato fin dall'inizio degli anni '60 per indicare un'alimentazione in sintonia con la natura e finalizzata al benessere dell'individuo e del pianeta. L'eubiotica è intesa come una vera e propria medicina preventiva, in grado di risolvere le patologie della civilizzazione e di potenziare le difese dell'organismo.
Essa si basa sui seguenti principi:
  1. allattamento al seno del neonato fino al 6° mese di vita. Naturalmente, è opportuno che anche l'alimentazione della mamma segua i principi dell'eubiotica, sia durante la gravidanza che dopo il parto;

  2. svezzamento, dopo il sesto mese, con alimenti naturali, quali brodi vegetali e passati di verdura, provenienti da coltivazione biologica, e farine di cereali, dando la precedenza al riso. E' consigliabile l'esclusione di prodotti raffinati e sterilizzati (latte UHT, omogeneizzati per l'infanzia) e la limitazione dei prodotti precotti, salvo i fiocchi di cereali. Utilizzare latte fresco pastorizzato e successivamente lo yogurt naturale, i latticini freschi e il parmigiano reggiano. Introdurre l'uovo solo dopo l'8° mese, il pesce dopo il compimento di un anno di età e la carne solo dopo aver completato la dentizione (denti canini). I legumi (ceci e lenticchie passate) andrebbero somministrate dopo il 6°-7° mese di età. I succhi di verdura cruda (es. carota) e la mela grattugiata vanno dati lontano dai pasti (mezz'ora prima o tre ore dopo). Come dolcificante si può utilizzare il miele vergine integrale e per condire l'olio extravergine di oliva;

  3. integrità biologica dei cibi: è meglio utilizzare prodotti provenienti dall'agricoltura biologica, la quale rispettando i ritmi naturali del suolo e dei vegetali, nonchè utilizzando per la concimazione sostanze organico-minerali ricche di humus, oligoelementi e microrganismi, favorisce il potenziamento delle difese immunitarie delle piante, diminuendo la necessità di utilizzo di prodotti antiparassitari, che nell'agricoltura biologica sono comunque derivati da sostanze naturali (propoli ed estratti vegetali). Gli alimenti vanno assunti in forma integrale e possibilmente crudi (frutta e verdura). Tra i prodotti conservati è preferibile utilizzare quelli surgelati, evitando alimenti sterilizzati, gli insaccati e i cibi in scatola;

  4. privilegiare il consumo di alimenti vegetali (cereali, verdura fresca, legumi, olii vegetali);

  5. il pasto dovrebbe essere costituito da un alimento di base (cereale o proteina) accompagnato da verdure fresche (che vanno consumate a inizio pasto) e verdure cotte (da consumare come contorno) e pane integrale. Una eventuale integrazione del pasto può essere fatta introducendo olive o noci e mandorle da abbinare al pane integrale. Non introdurre bevande dolcificate durante il pasto e frutta o dolci alla fine del pasto. Il consumo del vino andrebbe limitato ai pasti a base di prodotti animali, che non dovrebbero essere consumati più di una volta al giorno. A colazione e a merenda si possono introdurre quegli alimenti che non rientrano nei due pasti principali (latte, yogurt, tisane, frutta, ecc.);

  6. esclusione dei pasti precotti e surgelati che devono poi essere riscaldati per poter essere consumati;

  7. evitare i dolcificanti e i gelati industriali (contenenti additivi) e lo zucchero raffinato. Preferire il miele vergine integrale;

  8. evitare caffè, thè ed alcolici;

  9. evitare gli integratori alimentari sintetici e i prodotti "anti-fame", nonchè i trattamenti predigestivi dei cibi;

  10. esclusione totale del fumo e delle droghe.

Questo tipo di alimentazione è semplice da seguire, poichè non si basa su una dieta a calcolo calorico, ma sulla qualità degli alimenti, la quale contribuisce a ripristinare un corretto riconoscimento del senso di sazietà. L'utilizzazione di prodotti di coltivazione biologica, nonchè l'utilizzo prevalente di frutta e verdura freschi e alimenti integrali diminuisce la possibilità di introdurre sostanze tossiche (pesticidi, fitofarmaci, additivi, conservanti, ecc.) nell'organismo e di favorire uno svuotamento intestinale più veloce, grazie al maggior apporto di fibra. Il nostro intestino, lungo 12 metri in più rispetto a quello degli animali carnivori, assomiglia di più a quello degli animali erbivori. Il tempo prolungato di stazionamento dei residui della digestione di prodotti di origine animale nell'intestino dà luogo a fenomeni putrefattivi con conseguente produzione di metaboliti tossici e maggior rischio di insorgenza di tumori del colon.

sabato 14 giugno 2008

La nostra salute non è indipendente dalla salute dell'ambiente

Parlando con numerose persone ho potuto appurare che la maggior parte di esse non ritiene che alimentazione e salute siano in relazione. Stare bene o male dipende dal caso, dal destino, dalla fortuna. In poche parole, la salute non dipende da noi e tanto meno da quello che mangiamo.
Questo atteggiamento deresponsabilizzante probabilmente deriva da un approccio prettamente sintomatologico alla malattia, in cui la causa è un agente esterno (virus, batterio, sbalzi di temperatura). Al sintomo, quindi, si risponde con un farmaco.
Un detto orientale afferma: "Se un medico cura una malattia senza conoscerne la causa non farà che aggravare la malattia". Ciò che non viene tenuto in considerazione è che ad ogni sintomo corrisponde una causa, diversa da persona a persona nella manifestazione, ma con una stessa matrice: un sistema immunitario deficitario.
Anche in questo caso si potrebbe obiettare che la qualità del sistema immunitario derivi dai fattori genetici che ereditiamo, e in parte ciò è vero. Ma quello che si trascura è il fatto che il sistema immunitario viene costruito e mantenuto, giorno per giorno, dal momento del concepimento fino a quello della morte, attraverso ciò che introduciamo nel nostro organismo, oltre che dal tipo di vita che conduciamo.
Ludwig Feuerbach affermava: "Noi siamo quello che mangiamo": allora, com'è possibile che la nostra alimentazione non sia collegata alla nostra salute?
Il termine "assimilare" significa "rendere simile". Non viene forse utilizzato in nutrizione per indicare il processo con cui il nostro organismo assorbe i principi nutritivi contenuti negli alimenti?
Quando introduciamo un alimento nel nostro organismo, non ne ricaviamo solo zuccheri, aminoacidi, acidi grassi, vitamine, oligoelementi. Introduciamo l'energia vitale che quell'organismo ha dentro di sè: lo assimiliamo, lo rendiamo simile a noi, ma allo stesso tempo noi diventiamo simile ad esso.
Quindi, è evidente l'importanza della qualità di ciò che introduciamo nel nostro organismo: se introduciamo energia vitale, assimileremo energia vitale; se introduciamo veleni, assimileremo veleni. Quei veleni entreranno a far parte di noi e, attraverso la circolazione sanguigna arriveranno in tutti i distretti del nostro corpo, fino al cervello. Il sangue, oltre alle varie sostanze nutritive, agli anticorpi, agli ormoni, ecc., trasporta anche informazioni. Sta a noi scegliere quale tipo di informazione vogliamo che circoli nel nostro organismo e arrivi fino al nostro cervello. E' evidente, perciò, che siamo i primi responsabili del nostro stato di salute, come anche dello stato di salute dell'ambiente in cui viviamo.
Alcmeone di Crotone, filosofo e medico greco vissuto nel V secolo a.C., affermava: "L'uomo fa parte della natura e le regole che governano il tutto governano anche l'uomo". Purtroppo, la civilizzazione ci ha portato sempre più lontano dalla natura, considerata come un bene inesauribile a nostro uso e consumo. Ma le vicende di tutti i giorni ci dimostrano che così non è. Ci consideriamo l'animale più intelligente del nostro pianeta e invece siamo solo gli animali più illusi. Illusi del fatto che non ci saranno conseguenze al nostro comportamento irresponsabile verso la nostra "casa maggiore". Quando vedo sacchetti, pacchetti di sigarette, bottiglie vuote buttate per terra penso: "ma le persone che fanno questo, a casa loro buttano l'immondizia per terra?".
Ci sono persone che non comprendono che se sporcano, inquinano, avvelenano la "casa maggiore" in cui tutti viviamo, anche le loro e le nostre vite saranno sporche, inquinate e avvelenate. Probabilmente queste persone pensano che la vita sia un evento lineare che inizia con la nascita e termina con la morte. Per questo vivono cercando di trarre il massimo profitto con il minimo sforzo. Ma la vita di tutto ciò che esiste nell'Universo è ciclica, non lineare. Tutto ci parla della ciclicità dei fenomeni: l'alternarsi del giorno e della notte, del sonno e della veglia, l'alternarsi delle stagioni, del Sole e della Luna, del caldo e del freddo, del buio e della luce, della pioggia e del bel tempo. Tutta la natura continua ad indicarci quale strada percorrere. Ma come dice un detto: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Tornando all'argomento "sistema immunitario", vorrei sottolineare il fatto che la maggior parte delle patologie moderne non derivano, come un tempo, da un'alimentazione carente dal punto di vista quantitativo, bensì qualitativo. Mangiamo di più (anche troppo!), ma alimenti poveri dal punto di vista nutrizionale. Lungo la strada evolutiva che abbiamo percorso per arrivare fino a qui abbiamo imparato a selezionare gli alimenti utili alla nostra sopravvivenza, eliminando quelli dannosi per la nostra salute. Questo percorso è durato circa 2 milioni di anni, ma negli ultimi 50 anni la nostra alimentazione ha subito una velocissima modificazione, passando dall'utilizzo prevalente di alimenti integrali, legumi, cereali ad una massiccia introduzione di prodotti animali e vegetali derivanti da un'allevamento e un'agricoltura intensivi, nonchè all'affermarsi degli alimenti raffinati. Poichè il nostro organismo ha dei tempi di adattamento molto più lenti rispetto ad un cambiamento così veloce, hanno iniziato a manifestarsi i sintomi delle cosiddette "patologie da civilizzazione", tra cui le intolleranze alimentari che oggigiorno sembrano interessare gran parte della popolazione.
Possiamo allora ancora affermare che la salute, nostra e dell'ambiente, non dipende da noi?

venerdì 30 maggio 2008

Mini-corso di alimentazione naturale in 4 incontri


Questo mini-corso di alimentazione naturale è stato pensato per avvicinare le persone ad una alimentazione più consapevole, intesa come mezzo per mantenere o ristabilire una salute spesso compromessa da un’alimentazione scorretta e da uno stile di vita stressante. Si basa sui principi dell’eubiotica e sulla promozione dell’utilizzo di alimenti di produzione biologica e integrali.

Al corso è ammessa la presenza di bambini (uno per adulto) per poter favorire la presenza di mamme che altrimenti non avrebbero la possibilità di partecipare. Se saranno presenti bambini ci sarà la possibilità di proporre giochi e attività legati all’alimentazione e all’argomento dell’incontro per evitare che i bambini possano annoiarsi. È possibile portare la merenda per i bambini oppure organizzare una merenda con prodotti biologici e naturali.

Il costo del mini-corso è di 40 euro a persona (i bambini non pagano). I gruppi saranno costituiti da massimo 4 persone.
La sede del corso è Verona.

Il mini-corso potrà essere organizzato a partire da metà giugno. È possibile organizzare gli incontri sia durante la settimana che nei fine settimana.
Il mini-corso potrà iniziare solo quando si sarà costituito il gruppo di 4 persone. È possibile l’iscrizione di gruppi già formati e la successiva continuazione di un percorso di approfondimento con altri mini-corsi di 4 incontri ciascuno, anche con tematiche specifiche, sempre attinenti all’alimentazione.
Per informazioni ed iscrizioni:
cell. 328-8583127
rando.diana@libero.it

venerdì 16 maggio 2008

L'alimentazione consapevole è un percorso di conoscenza di sè

Ho iniziato ad interessarmi di alimentazione naturale e biologica più di vent'anni fa, quando conobbi una persona che gestiva un'erboristeria. Questa persona era vegetariana e fu grazie ad essa che iniziai ad approcciarmi all'alimentazione in modo diverso, con una nuova consapevolezza. Dall'oggi al domani smisi di mangiare carne e iniziai a preparare da sola i miei pasti. Nel giro di brevissimo tempo scomparvero i terribili dolori cervicali che mi avevano attanagliato per anni. Scoprii che erano dovuti all'uso del glutammato monosodico. Dopo circa 5 anni di vegetarianesimo in cui non introducevo altre proteine animali se non quelle derivanti da latte e formaggi, iniziai ad avere dei malesseri e mi rivolsi ad una dottoressa che si occupava di medicine non tradizionali. Mi disse che avevo completamente esaurito la mia scorta di oligoelementi e mi diede degli integratori in fialette di Rame-Oro-Argento. Ristabilii così la mia salute, introducendo anche altre fonti proteiche, quali il tofu e il seitan. Dopo otto anni di vegetarianesimo, ripresi a mangiare prodotti di origine animale, quali la carne, il pesce e le uova. E scoprii che quegli otto anni di alimentazione biologica senza additivi, conservanti, coloranti avevano ripulito il mio gusto. Ora riuscivo a sentire il sapore dei cibi in modo diverso e cominciai a mangiare anche alimenti che prima rifiutavo perchè il loro gusto non mi piaceva. Da allora non sono riuscita più ad essere vegetariana, ma ho continuato ad utilizzare prevalentemente prodotti di coltivazione biologica e nelle mie consulenze sconsiglio a tutti di utilizzare prodotti contenenti glutammato monosodico.
Oltre a seguire un'alimentazione biologica, ho anche lavorato in questo settore occupandomi della vendita al pubblico di questi prodotti. Ed è proprio durante questa esperienza che è nato in me il desiderio di studiare per poter dare un servizio migliore alle persone che chiedevano consigli riguardo alla loro alimentazione. E' iniziato così, dopo essermi diplomata come dietista nel 1994, il mio percorso di consulente in questo settore e nonostante siano passati ben quattrodici anni e la mia vita abbia fatto dei giri immensi, mi sono nuovamente ritrovata nel punto da cui sono partita. Ed è proprio questo il senso del mio blog: il desiderio di dare un consiglio a chi ne può avere bisogno, mettere a disposizione delle persone l'esperienza maturata in questi anni. E' complicato riuscire a fare consulenze on-line, senza vedere le persone, senza un rapporto diretto. Ma a volte anche un semplice consiglio può aiutare a trovare un punto d'appoggio da cui partire per un percorso alla ricerca di se stessi. Perchè un'alimentazione consapevole non è altro che una ricerca, giorno dopo giorno, della nostra identità, di chi siamo, di cosa ci piace, di cosa proviamo. Insomma, una scoperta di un noi che forse non conosciamo e che potrebbe sorprenderci. Quindi, se qualcuno ha voglia di andare alla scoperta di un mondo che spesso diamo per scontato o se qualcuno ha delle domande, delle curiosità, dei dubbi relativamente all'alimentazione può scrivermi all'indirizzo di posta elettronica: rando.diana@libero.it. Per le consulenze personali, invece, il mio luogo di lavoro è a Verona.

lunedì 12 maggio 2008

Che cos'è l'alimentazione naturale?

Viviamo in un mondo ormai invaso da prodotti artificiali di ogni genere. Molti sono utili, alcuni indispensabili, la maggior parte superflui. Forse, proprio il percepire questo mondo artificiale troppo stretto e soffocante ha riportato alla ribalta il termine "naturale", usato e abusato in ogni settore, soprattutto in quello relativo all'alimentazione e alla cura di sè.
Ho riflettuto su cosa significa per me il termine "alimentazione naturale", sia per quanto riguarda la mia esperienza formativa e di lavoro che di vita, ed ho trovato quattro punti base, a cui probabilmente se ne potrebbero aggiungere altri.
  • Alimentazione naturale è non stare a dieta. Non esiste niente di naturale nella dieta, non esiste nessun essere vivente in natura che si alimenti calcolando le calorie, la quantità di proteine, di lipidi, di zuccheri. Fin da quando nasce l'essere umano basa la propria alimentazione sullo stimolo di fame e sazietà, fino a quando le regole sociali e i tempi di vita moderni non prendono il sopravvento sulle necessità fisiologiche.
  • Alimentazione naturale è introdurre alimenti integrali e biologici. In natura non esistono gli alimenti raffinati: sono un'invenzione di un'industria alimentare che basa il proprio lavoro principalmente sul profitto e non sul benessere della persona. E' l'invenzione di una società consumistica sviluppatasi a partire dopo la seconda guerra mondiale che vede nel prodotto raffinato uno status symbol di benessere economico.
  • Alimentazione naturale è utilizzare principalmente prodotti freschi. E' sicuramente molto utile avere in casa una scorta di alimenti precotti, inscatolati, pronti all'uso che permettono di preparare un pasto all'ultimo momento. Ma quando questa usanza diventa la normalità e non l'eccezione, chi ne paga le conseguenze è la nostra salute. Oltre ad essere alimenti praticamente privi di energia vitale, questi prodotti contengono conservanti, coloranti, emulsionanti, addensanti che contribuiscono ad intossicare il nostro organismo.
  • Alimentazione naturale è seguire il ciclo stagionale dei prodotti. La possibilità di poter conservare gli alimenti e la facilità con cui si possono trasportare in poche ore da una parte all'altra del mondo ha reso disponibili su tutti i mercati prodotti di ogni nazione durante tutto il tempo dell'anno. Ma le piante nascono, si sviluppano e fruttificano in una determinata stagione e in un determinato clima perchè hanno un significato per il nostro organismo che è legato ad un periodo ed un luogo specifici.

Nutrirsi ha un significato più profondo del semplice introdurre un alimento per placare la fame. La maggior parte delle patologie e dei malesseri dell'essere umano deriva da un'alimentazione non appropriata, sia in termini di qualità che di quantità. Abbiamo dimenticato il nostro legame più profondo con la natura, pensando che la tecnologia potesse soddisfare completamente le nostre necessità. Ma i risultati hanno disatteso le nostre aspettative. Abbiamo molto più di un tempo, ma siamo anche più malati e più infelici. E soprattutto ci illudiamo di poter manipolare il mondo a nostro piacere senza che ne derivino delle conseguenze per noi dannose.

domenica 11 maggio 2008

La dieta non è la soluzione

Le diete non funzionano, è un dato di fatto. Cioè, perché funzionassero bisognerebbe stare a dieta per tutta la vita, ma anche così non funzionerebbero.
Non esiste altro animale al di fuori dell’essere umano che mangi calcolando le calorie. Gli unici animali messi a dieta sono i cani e i gatti domestici rovinati anche loro dal benessere economico.
L’organismo è programmato per la vita ed ogni volta che si verifica una carenza di cibo, da migliaia di anni, mette in atto dei meccanismi di difesa.
Nel caso della dieta (= carenza di cibo, eliminazione di categorie di alimenti, sostituzione degli alimenti con surrogati) scatta un meccanismo di risparmio energetico che determina il rallentamento del metabolismo e di conseguenza della diminuzione del peso corporeo. Quando invece si verifica un periodo di abbondanza di cibo, l’organismo immagazzina l’eccedenza calorica sotto forma di massa grassa in previsione di un’eventuale carenza futura.
Spesso chi sta a dieta ha la sensazione di ingrassare solo guardando il cibo o solo bevendo un bicchiere d’acqua. Per chi, nonostante una dieta ferrea, prova queste sensazioni la frustrazione è davvero grande.
Il risultato che ci si aspetta da una dieta è la diminuzione del peso corporeo. Ma questo, oltre che dalla massa grassa, è costituito anche da massa magra e liquidi.
Ciò che si misura quando si sale sulla bilancia è la variazione del peso complessivo e non della composizione corporea, che va misurata con altri strumenti. Quindi quando si ha la sensazione di “ingrassare” solo respirando l’aria si dovrebbe riflettere se, invece di grasso, non si tratti piuttosto di gonfiore o ritenzione idrica, spesso conseguenza dello stare a dieta e dello stress che ne deriva.
La soluzione, in questo caso, sarà da ricercare altrove: un’alimentazione equilibrata che possa nutrire la vita e non solo il corpo.

La salute deriva da una scelta consapevole

Il cibo è il primo elemento materiale esterno che introduciamo nel nostro organismo dopo la nascita.
Il nostro rapporto con il cibo comincia con la prima poppata e ci accompagnerà per tutta la vita.
In effetti, esso inizia ben prima, al momento del concepimento, ma viene mediato per tutta la durata della gravidanza da un’altra persona.
Anche nei primi anni di vita l’assunzione del cibo viene mediata da altre persone e successivamente dai modelli sociali.
Proprio per questo, spesso il nostro rapporto con il cibo diventa con il passare degli anni problematico fino a trasformarsi, talvolta, in una vera e propria patologia.
Recuperare la nostra capacità di alimentarci autonomamente, senza condizionamenti esterni, basandoci sugli istinti biologici che naturalmente possediamo è possibile mediante un percorso che ci aiuti ad acquisire una maggiore consapevolezza di come funziona il nostro organismo e delle trappole messe in atto dalla nostra mente.
Ciò è possibile semplicemente utilizzando le nostre potenzialità personali e quello che la natura ci mette, da sempre, a disposizione.

Presentazione

Diana Rando nasce a Mestre (Ve), il 5 novembre 1963.
Si diploma come dietista nel 1994 a Padova e successivamente frequenta numerosi corsi di aggiornamento e congressi nel settore.
Fin dal 1985 si interessa alla Medicina orientale e naturale, frequentando diversi corsi e scuole (shiatsu, shintaido, reiki, erboristeria, alimentazione biologica e naturale, vegetarianesimo, iridologia, naturopatia, ecc.).
Ha svolto la propria attività di dietista sia a livello ospedaliero, sia presso strutture private, sia come libero professionista e come formatrice.
Oltre che nel settore dell’alimentazione biologica, vegetariana e naturale, ha operato nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), approfondendo la propria esperienza attraverso il sostegno nella riabilitazione alimentare (pasti assistiti).
Per scelta personale e per le esperienze maturate, nel proprio lavoro non utilizza lo strumento della dieta (intesa come programmazione dell’alimentazione sulla base del conteggio delle calorie), ma costruisce assieme alla persona interessata un percorso di informazione e consapevolezza alimentare a partire dalle necessità e problematiche individuali.
Nel 2008 ha terminato la formazione come Naturopata presso la Scuola di Naturopatia – FINR (Federazione Italiana Naturopati Riza) dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica.
La sua attività è incentrata sulla promozione del benessere e della salute della persona attraverso l’informazione e la promozione di uno stile alimentare più naturale attraverso l’assunzione di prodotti derivanti dal’agricoltura biologica e biodinamica.
Essendo anche mamma di un bambino colpito da lesione cerebrale, da anni segue corsi di formazione relativi a metodi riabilitativi concernenti questa problematica, con particolare interesse all’aspetto alimentare quale strumento per promuovere la salute e il miglioramento generale dei bambini affetti da questa patologia.
Attualmente vive e lavora a Verona.