Questo brano è tratto dal libro "Teoria e pratica del Pranayama" di B.K.S. Iyengar - Edizioni Mediterranee.
Le indicazioni che vi si ritrovano sono alquanto interessanti e attuali.
Nella Mahanarayanopanisad, il cibo è descritto come il requisito primario senza il quale l'uomo non può sviluppare il corpo anatomico a livello spirituale.
Nella Mahanarayanopanisad, il cibo è descritto come il requisito primario senza il quale l'uomo non può sviluppare il corpo anatomico a livello spirituale.
Il sole irradia il calore che fa evaporare l'acqua. Il vapore si trasforma in nubi, dalle quali la pioggia cade sulla terra. L'uomo coltiva la terra e produce il cibo che, consumato, crea l'energia necessaria al mantenimento del vigore. Il vigore genera la disciplina, che sviluppa la fede, la quale dà la conoscenza. La conoscenza dispensa l'apprendimento, che porta la compostezza, la quale crea la calma. La calma instaura l'equanimità, che sviluppa la memoria e questa induce il riconoscimento. Il riconoscimento apporta il giudizio, il quale conduce all'autorealizzazione.
Il cibo deve essere sano, gradevole e congeniale al corpo e non deve essere ingerito soltanto per gratificare i sensi. Si divide in tre categorie: sattvico, rajasico e tamassico.
Il primo promuove la longevità, la salute e la felicità.
Il primo promuove la longevità, la salute e la felicità.
Il secondo produce eccitazione.
Il terzo crea le infermità.
I cibi rajasici e tamasici offuscano la coscienza e ostacolano il progresso spirituale.
E' dovere del sadhaka* scoprire, mediante prove e sperimentazioni, quali sono i cibi adatti a lui.
Il carattere è influenzato dal cibo. La pratica del Pranayama cambia le abitudini alimentari del sadhaka. Il temperamento dell'uomo è influenzato dalla dieta perchè ciò che egli mangia condiziona il funzionamento della mente.
Il cibo vegetariano sattvico, tuttavia, può essere ingerito da tiranni, i quali resteranno comunque rajasici o tamasici. Ciò che importa è lo stato d'animo di chi mangia. Una dieta consistente di soli cibi sattvici aiuterà a conservare una mente limpida e incrollabile.
Il corpo è la dimora dell'io individuale. Se dovesse perire per mancanza di cibo, l'Io lo abbandonerebbe. Il corpo deve essere protetto per ospitare l'Io. Trascurare il corpo porta alla morte e alla distruzione dell'Io.
Secondo la Chandogyopanisad, i cibi solidi, i liquidi e i grassi che alimentano il corpo vengono divisi ognuno in sedici parti all'atto del consumo.
Il cibo si divide in tre di esse: le più grossolane diventano feci, quelle mediane divengono carne e le più sottili diventano la mente.
In quanto ai liquidi, i più grossolani diventano urina, quelli medi diventano sangue e i più sottili divengono energia (prana).
Lo stesso avviene per i grassi: gli ingredienti più grossolani diventano ossa, quelli medi midollo e i più sottili favella.
Non mangiate quando non scorre la saliva, perchè questo indica che il corpo non ha più bisogno di cibo. La quantità e la qualità del vitto devono essere moderate. Quando si ha veramente fame e sete, il cibo viene immediatamente assorbito nell'organismo e lo nutre.
L'acqua da sola può sempre placare la sete. Un vero assetato non cerca altra bevanda che l'acqua.
Frenate la fame e la sete artificiali.
Non mangiate quando siete emotivamente turbati. Quando durante il pasto prevale un nobile stato d'animo, allora tutti i cibi, eccettuati quelli velenosi, sono sattvici.
Il fuoco della digestione è acceso dall'energia che nasce dalla respirazione. Un vitto moderato e nutriente è necessario per mantenere il vigore, la forza e la prontezza della mente.
Evitate i digiuni.
Secondo la Taittiriya Upanisad, il cibo è Brahman*. Deve essere quindi rispettato, non deriso, e non se ne deve abusare.
Note:
* sadhaka: praticante, colui che ricerca
* Brahman: Essere Supremo, causa dell'Universo, spirito onnipervdente dell'Universo